Questione di INTESA

by Lola

In questi ultimi giorni la mia testa è partita, un’altra volta, ma forse sto digerendo alcuni episodi della mia vita. Che non è quello di cui mi viene da scrivere ora, che sono piuttosto riflessioni… sul mio “strano” carattere.

Tutto è cominciato purtroppo con l’aver perso in questa settimana un’altra persona che ho sempre molto ammirato, e mi è venuto da pensare perché lo facciamo, perché tanta empatia, perché questi legami che poi ogni volta sembra che portano via una parte di te.

Per me, sarà anche che appena dopo la prima grande perdita, tempo un mese ho avuto anche io il mio incidente, che mi ha portato via la persona che ero, mi pesano molto questi episodi. Da quel momento mi sembra che troppo spesso sto perdendo delle persone che mi “hanno costruito”… delle mattonelle della mia personalità, per cui la perdita si è fatta e si fa sentire. E sembra non importi se intorno a me io comunque ho gente che so che ci tiene a me. Difficile da spiegare.

Poi penso che alla fine forse non ci siamo nemmeno vissuti così tanto, che non devo prendermela, ma subito mi rispondo da sola di non sparare cavolate, perché ci siamo vissuti tantissimo, perché non importa la frequenza (non me ne è davvero mai importato, sono un bel po’ solitaria), ma importa la carica di emozioni che mi hanno dato per quelle esperienze vissute insieme, o per il solo fatto di averle conosciute e quello che hanno saputo trasmettermi in quei momenti spensierati vissuti insieme.

Si, il collegamento, ovviamente è stato la montagna. Ma non tutti sono stati compagni di cordata, ma anche chi non si è legato con la corda con me, mi è entrato subito naturalmente nella mente, come se non ci fosse stato bisogno altro che di incontrarsi ed è come se la sintonia fosse partita e mai svanita… senza sforzi, senza il doversi conoscere, senza il doversi frequentare spesso, mi sono entrati dentro. Senza nemmeno accorgermene al momento, ma pensandoci adesso con la mente un po’ più libera, sono persone con cui all’istante ho condiviso il modo di vivere, di cui ho ammirato la personalità, con cui il parlare veniva naturale e ci passavo le ore persa via (chi mi conosce, sa… che io piuttosto stavo al tavolo ma zitta con la mia birretta, ma con loro non è mai stato cosi), ma soprattutto c’era il rispetto reciproco.

E sempre il ricordo più bello è quando uno di loro mi ha raggiunto alla base di una parete prima che io salissi, e li sdraiati all’ombra del faggio abbiamo tirato sera, cosi…parlando…da soli…tranquillamente… ricordi rari e cosi piacevoli. Persone che vedi e OKAY, siamo qui, niente feste e niente tristezze, come se ci vedessimo sempre e ci conoscessimo da una vita. Persone con cui basta dire “ci sei?” e si parte, si fa qualcosa.

Io ammetto che sono molto cambiata forse in questo, sono anche più “debole”, l’incidente mi ha portato via un po’ di grinta e di sicurezza, lo ammetto, questo riesco ad ammetterlo! Anche se qualcuno mi stava facendo pensare di essere davvero speciale in questo…ma dall’incidente, io per prima, mi sono sentita privata “di me” … e me lo sono portata via da sola, con quella caduta che mi ha fatto restare paralizzata.

Mi sembra che quei pochi che mi hanno capito o che mi potevano capire non ci sono, o li sto perdendo, e fa male. Io per prima mi sono trasformata in una Lola che non ha ancora capito da 5 anni a questa parte chi cavolo sia! Mi si dice che sto andando avanti bene,  ..ma ragazzi, sto andando avanti perché devo, perché io sono sopravvissuta, ma non mi sento io, mi manca la montagna, mi manca scappare, camminare, prendere la corda e l’attrezzatura e essere quella che andava via per giornate intere sulle pareti. Io sono quella. Lo sarò sempre, io adesso dovrei accettare e non l’ho ancora fatto.

Sono solo rassegnata, rassegnata a vivere nel miglior modo possibile per quello che posso adesso. Ma non posso più essere Lola. Chi va in montagna per passione forse riesce a capirmi, perché quello che si prova è inspiegabile, ed è inutile cercare di spiegarlo a parole, perché tutto perde di significato quando ci provi… agli occhi di un esterno sembra solo uno svago, uno sport estremo. Ma io non sono mai riuscita a spiegare a parole quello che ti porta l’alpinismo e gli alpinisti (gli alpinisti nel cuore, degli altri non me ne è mai fregato nulla). Io non l’ho ancora ritrovato e non credo che lo ritroverò detto sinceramente.

Faccio altre cose e per mia fortuna credo di aver trovato persone con cui di nuovo ho provato quella affinità, ma io non mi sento però più dell’ambiente, troppo difficile, troppo raro, troppo complicato adesso “prendere e andare” con quella felicità, quella sicurezza, quella spensieratezza che avevo prima.

E poi mi mancano loro…gli affini. Questo periodo è stato davvero turbolento, mi ha fatto partire pensieri uno dietro l’altro…mi ha fatto pensare che forse dovrei solo calmarmi, capire, girare pagina. Ma la passione non la cancelli, questo è il problema, come non cancelli queste persone speciali che mi sono entrate dentro.

È inspiegabile l’affinità, è inspiegabile la passione… sono cose che devono essere vissute e sono fantastiche, sono i momenti felici della vita, sono quello che quando ti tornano in mente ti fanno stampare un sorriso istantaneo in faccia. Sono quelle che forse mi hanno fatto innamorare della vita che ho vissuto e ringrazio di avervi conosciuto ragazzi. Sarà impossibile dimenticarvi, sarete sempre qui e presenti.

Un commento Aggiungi il tuo

  1. Giacomo ha detto:

    Anche in questa mail hai dimostrato tutto il tuo coraggio…. Il coraggio di metterti a nudo. Un abbraccio Giacomo

    Piace a 1 persona

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